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L'Informatore Agrario e Crea: innovazione in campo per cogliere opportunità PAC e PSR

L’Informatore Agrario e Crea: innovazione in campo per cogliere opportunità PAC e PSR

Clima e ambiente sono già oggi priorità chiave della Pac e dei PSR e rappresentano delle opportunità da cogliere

Infatti la misura agroambientale è la seconda per budget dei Piani di Sviluppo Rurale europei e in Italia, circa 2,5 miliardi di euro”. Così Danilo Marandola di Rete Rurale Crea (Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria) intervenendo alla Giornata in campo, organizzata da L’Informatore Agrario a Bigarello di Mantova presso l’Azienda agroforestale – Ersaf – della Regione Lombardia, nell’ambito delle attività di divulgazione del progetto HelpSoil, dove hanno partecipato oltre 300 tra agricoltori, tecnici e addetti ai lavori.

“Questa misura – ha proseguito Marandola – è fondamentale per vincere la sfida della conservazione dei suoli che in Italia da decenni evidenziano fenomeni di impoverimento. Per questo ben 15 regioni italiane hanno programmato investimenti per un totale circa 480 milioni di euro, che dovrebbero coinvolgere più di 330.000 ettari per favorire l’applicazione di tecniche di lavorazione rispettose dei suoli”.

L'Informatore AgrarioCristian Bolzonella del gruppo di economia dell’Università di Padova ha eseguito una comparazione della redditività conseguente all’impiego delle diverse tecniche di agricoltura conservativa rispetto alla convenzionale. Le rese medie di produzione utilizzate nella simulazione sono quelle registrate nell’ultimo quinquennio nell’azienda di Veneto Agricoltura di Ceregnano (Rovigo). I risultati evidenziano come la diminuzione dei costi di produzione abbiano un effetto diverso sulla redditività delle colture a seconda del livello dei prezzi utilizzati nel determinare i ricavi.

Si sono considerati 2 livelli di quotazioni: una ottimistica (mais 176 euro/t; frumento 194,2 euro/t; soia 333 euro/t) calcolata sull’andamento della serie storica dei prezzi degli ultimi anni e una prudenziale-realistica (mais 150 euro/t; frumento 160 euro/t; soia 300 euro/t) nella quale sono stati adottati i prezzi dell’ultimo outlook OECD Fao. In base alle previsioni OECD FAO tra il 2015 e il 2024 i corsi delle commodities si attesteranno su livelli bassi a causa del rallentamento della domanda di commodities della Cina.

Comparando convenzionale, minima lavorazione e non lavorazione emerge che senza il supporto del PSR conviene il convenzionale, mentre grazie agli aiuti previsti dai PSR di Veneto, Emilia Romagna e Lombardia si sono ottenuti dei margini lordi positivi e interessanti per le tecniche a basso impatto ambientale. In particolare nello scenario realistico il convenzionale garantirebbe una marginalità media annua ettaro del quinquennio di impegno agro ambientale di 45 euro che salgono a 194 adottando la minima lavorazione fino a taccare i 292 euro nell’ipotesi di semina su sodo. Certamente la realtà di Ceregnano non corrisponde alla media veneta dove coesistono aree più o meno vocate che complessivamente porterebbero a un sostanziale pareggio tra i mancati redditi e i contributi pubblici.

Questo plus di prezzo paga gli agricoltori per gli importanti effetti positivi sull’ambiente dell’agricoltura conservativa in primis lo stoccaggio dell’anidride carbonica e l’azione sul ciclo idrologico. Fattori di particolare interesse nel territorio padano. Luigi Sartori dell’Università di Padova ha evidenziato due punti critici nell’applicazione delle misure di diffusione delle tecniche di coltivazione conservative. Primo fra tutti la necessità che le Regioni comunichino alle autorità europee competenti la tipologia di controlli da effettuare pena la non approvazione della misura. Proprio nell’ambito di questi controlli, l’uso delle nuove tecnologie informatiche come la trasmissione dei dati da parte dell’agricoltore direttamente alle banche informatiche delle Regioni, l’uso del telerilevamento per valutare il grado di copertura del terreno e risalire alle macchine e attrezzature usate per le lavorazioni.

Altro aspetto riguarda la chiarezza e uniformità nel definire le diverse tipologie di agricoltura conservativa perché c’è troppa variabilità che genera confusione e incertezza sia a livello dell’agricoltore che dei costruttori di macchine: serve una definizione chiara e univoca per tutte le regioni italiane.

30 settembre 2016

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