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Le decisioni sull'uso del glifosato si fondino sulle evidenze scientifiche fornite dagli organi preposti

Le decisioni sull’uso del glifosato si fondino sulle evidenze scientifiche fornite dagli organi preposti

In questi mesi la molecola del glifosato è soggetta a un rigoroso processo di valutazione da parte di diverse autorità europee, che tiene conto dell’effettivo rischio a cui possono essere esposti gli operatori, i consumatori e l’ambiente

 

Riteniamo che le decisioni politiche e tecniche che verranno assunte in Europa e in Italia debbano fondarsi sugli esiti di tali valutazioni, realizzate dai più autorevoli organismi scientifici dell’Unione Europea, che hanno proprio il compito di verificare la nocività per la salute umana della sostanza”. Questa la posizione espressa da Agrinsieme (il coordinamento tra Alleanza delle Cooperative Agroalimentari, Cia, Confagricoltura e Copagri) nel corso dell’audizione svoltasi oggi presso la Commissione Agricoltura del Senato sull’utilizzo del glifosato nelle produzioni agricole nazionali.

Come è noto, nel giugno 2016 la Commissione Europea ha deciso un’autorizzazione provvisoria per ulteriori 18 mesi all’uso del glifosato, con alcune limitazioni e divieti, specificando che l’iter definitivo dovrà necessariamente concludersi entro il 31 dicembre 2017. La Commissione ha finora ricevuto il parere del comitato per la valutazione dei rischi dell’Agenzia europea per le sostanze chimiche (European Chemical Agency (ECHA) del marzo 2017, che ha concluso che non ci sono prove scientifiche per classificare il glifosate come cancerogeno. La stessa Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) ha recentemente comunicato che il glifosate non è un interferente endocrino.

“Siamo fiduciosi che l’Italia e gli altri paesi europei, nel fornire a Bruxelles le indicazioni sul rinnovo dell’autorizzazione del glifosato – conclude Agrinsieme – tengano conto del parere degli organi scientifici competenti in materia, mettendo così la Commissione in grado di adottare la decisione più opportuna. Premesso che l’agricoltura italiana è sensibile alla produzione sostenibile e alla salute pubblica, osserviamo che qualora non dovesse essere confermata l’autorizzazione al glifosato, le aziende agricole avranno bisogno di utilizzare sostanze alternative, a costi contenuti, in maniera da evitare di perdere competitività rispetto alle aziende di Paesi extra UE, dove la sostanza resterebbe comunque ammessa”.

Agrinsieme è costituita dalle organizzazioni professionali Cia, Confagricoltura, Copagri e dalle centrali cooperative Fedagri-Confcooperative, Legacoop Agroalimentare e Agci Agrital, a loro volta riunite nella sigla Alleanza Cooperative Italiane – Settore Agroalimentare. Il coordinamento Agrinsieme rappresenta oltre i 2/3 delle aziende agricole italiane, il 60% del valore della produzione agricola e della superficie nazionale coltivata, oltre 800mila persone occupate nelle imprese rappresentate.

Roma, 20 settembre 2017

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