Statistiche web
Il grande Po come spina dorsale enogastronomica e di turismo fluviale

Il grande Po come spina dorsale enogastronomica e di turismo fluviale

Il grande fiume PO, osservatorio e sito-seriale Mab-Unesco della biodiversità naturale e umana;sostenibilità e attrazione turistica d’ambiente enogastronomico

La Valle del fiume Po ha storia antica. Paleoliguri e paleoveneti, celtici e ellenici, etruschi e romani, galli e longobardi. Una diversità di popoli, tradizioni, costumi, stili di vita che hanno segnato diecimila anni di geomorfologia e antropologia. Da golfo del mare Adriatico a acquitrino paludoso in piena glaciazione, da territorio naturale ostile a esempio delle prime bonifiche cisalpine, romane, longobarde e medioevali, da territorio di grandi e potenti signorie a una delle regioni più produttive e ricche del pianeta Terra, con tutti i pro e contro che ne consegue.

Una storia di diversità. Bodicus, Bodencus, Eridano, Padus sono termini mitologici, geografici e letterari che hanno denominato 652 km di corso, legato legende, battaglie fluviali, incontri storici, guadi di vie antiche, commerci e mercati. Una vita di differenze sostanziali. E’ vero che la pianura padana è piatta, ma con il fiume Po si è creato un ampio sistema di argini, di strade, accessi, ponti, palustri, canali, lanche, riserve, oasi, golene, laghi, affluenti (sono 141), un delta aperto (di 380 kmq) che movimentano lo sguardo, la luce, le ombre, la vegetazione, la vita.

Un pianura raccolta fra le forestali e nevose vette delle Alpi e i coltivati campi degli Appennini, un grande anfiteatro naturale lungo 1000 km. Anche questo una componente della biosfera e della biodiversità biologica e organica espressa da questo ambito particolare: la mare ai ghiacciai, escursioni termiche anche di 20 gradi nello stesso momento, un fiume calmo e lento d’estate e d’inverno che diventa impetuoso e ingombrante in primavera e in autunno. Clima temperato? Forse! Fiume navigabile? Anche! Sport acquatici? Certo, ma! Pescoso? Dipende! Balneabile? Si, però! Inquinato?

Nel passato! Attraente? Certamente! Produttivo? Prodotti Dop in primis! Gastronomico? Grandi ricette nel mondo! Queste e tante altre le domande/risposte che nascono spontanee e che fanno comprendere le potenzialità, il futuro, il successo del Grande Fiume Italiano. Da 150 anni, ma soprattutto negli ultimi 40, il fiume Po è stato visto come un pericolo, spesso dimenticato da molte città rivierasche, visto come un problema da tanti sindaci, spesso dannoso verso la il delta.

Grande il lavoro compiuto da Agenzia e Autorità per tutela e difesa, enormi gli investimenti strumentali e strutturali. C’è un grande spazio per mettere a frutto tutti questi investimenti: rendere il fiume e il suo ambito vicinale e prossimale una attrazione naturale, una località turistica, un habitat da proteggere, una biosfera da difendere, una biodiversità alimentare gastronomica da valorizzare e promuovere come biglietto da visita del made in Italy. “ecco il mio sogno” dice Giampietro Comolli.

“ il fiume Po come risorsa economica, ambientale e turistica per il Belpaese”. Il tutto partendo da un osservatorio del paesaggio culturale, come previsto dalle direttive europee, per arrivare al riconoscimento come patrimonio indelebile e inalienabile della umanità, un esempio al mondo di come un ambiente difficile, ostile, complesso, eterogeneo, variegato possa essere reso produttivo, vivibile, accogliente senza dimenticare l’obiettivo della salubrità, salute, benessere, buonvivere.

Un percorso difficile, ma con alcuni punti già posti. Lungo il tragitto del fiume, considerando solo un area di terra ricompresa in solo 500 comuni, di cui 190 rivieraschi e 310 di rispetto, già ci sono 12 siti Unesco, altri 4 sono prossimi al riconoscimento ufficiale, dalla biosfera alla cultura, dalla produzione all’ambiente. Il sogno progettuale è quello di puntare a creare un unico sito-seriale che unisca l’esistente e aggreghi nuovi siti, per formare una cultura fluviale nazionale di istruzione e di risorsa, per individuare mete e destinazioni che arricchiscono e integrano le peculiarità locali e autoctone di un patrimonio a disposizione dell’Umanità. Un progetto che sia una salvacondotto di eredità per le nuove generazioni. Il progetto reale e concreto prevede alcuni passaggi istituzionali e operativi importanti.

Fiume PoIl primo è quello di dare consolidamento, continuità e diffusione all’Osservatorio economico del paesaggio culturale e turistico fluviale che è già in essere e che monitorizza i flussi, gli eventi e le azioni che si svolgono lungo l’asta fluviale integrando le rassegne gastronomiche con un cartellone unico, sviluppando gli eventi teatrali, musicali e culturali esistenti, ampliando l’attività della Borsa del turismo fluviale da Boretto fino a Ferrara e a Torino, diffondendo il protocollo di contratto di fiume realizzato per distretto, tenendo conto di quello del “Monviso”, del “ Delta” a quello del “Medio Po” già attivati a Cuneo, Ferrara e Piacenza (con Lodi e Cremona).

Contemporaneamente deve prendere corpo anche il riconoscimento da parte del Mibact e del ministro Franceschini che il “fiume Po” ha tutte le carte in regola per rientrare fra i distretti tematici di valore elencati dal ministero dei beni culturali e turistici in modo di avere una patente e una valorizzazione nazionale al pari di quello della Capitale, del Salento, di Amalfi, delle Dolomiti, dell’Appennino. In questo filone progettuale ha grande importanza l’impegno e il supporto che saprà mettere in campo la Regione Emilia Romagna in qualità di Ente già capofila nel progetto “visit river Po”, quale maggiore sponda e riviera fluviale lunga 360 km con il maggior numero di comuni interessati per estensione e popolazione. Immediatamente successiva deve essere la presentazione di un riconoscimento ufficiale in Europa.

Oggi l’Unione Europea, e il Parlamento Europeo, riconosce già 8 Distretti fluviali europei finanziandoli, sostenendoli e promuovendoli con diverse azioni. Nessun distretto made in Italy è rappresentato. Quindi perdiamo opportunità di finanziamento. In questa ottica il progetto del 2007 già approvato dal Cipe di 180 milioni potrebbe essere ripreso e finanziato dall’Europa, sempre in una ottica di valorizzare una risorsa e non una calamità alluvionale. Il turismo fluviale in Europa nel 2015 vale 3,3 mld di euro di fatturato per circa 14 milioni di arrivi e 7,5 mil di presenze. Il Grande Fiume Po ha tutte le credenziali per essere il 9^ Distretto Fluviale Europeo, rappresentando una peculiarità e un indirizzo turistico non concorrente con gli esistenti che puntano tutto sulla navigazione commerciale e da diporto: basta che il Governo Italiano faccia la richiesta ufficiale di un distretto della biodiversità enogastronomica e agro-ambientale come tematismo.

L’obiettivo finale, da raggiungere in 3 anni, è quello del riconoscimento Unesco come “Man and the Biosphere Programme” ovvero come sito seriale che unisce già almeno altri 20 siti tematici, ognuno autonomi, ma uniti da alcuni obiettivi da tutelare: biodiversità, ambiente e paesaggio fluviale, enogastronomia mediterranea. In questo contesto diventano elementi e fattori di pregio eventi e luoghi che già esistono e devono essere solo salvati, guidati, messi in elenco, curati, valorizzati e promossi diventando mete turistiche. Pensiamo per esempio alle “ vie dei pellegrini” , oppure alle “ leggende e miti antichi”, oppure i “ borghi architettonici, oppure le “ acque termali del benessere”, come anche la “ dieta alimentare povera naturale”, la salvaguardia del “mondo rurale di pianura”, oppure il recupero dell’idrovia come “trasporto fluviale”, come pure la “flora e fauna palustre”.

Questi progetti si legano poi con tutti gli altri più operativi, interessati direttamente i 4,5 milioni di abitanti rivieraschi, i 100 prodotti di eccellenza alimentari, 200 ricette di piatti naturali, 60 approdi fluviali, 45 oasi-parchi già tutelati, 40 abbazie e conventi sul fiume, 30 borghi autentici fluviali, musei e teatri, chiese e castelli, ville venete e non solo ….altre centinaia di destinazioni, ognuna con un evento attrattivo. Il fiume sa esprimere sentimenti e passioni, storia e cronaca, elementi religiosi e pagani Tutte queste manifestazioni, etiche e morali, religiose e pagane, attive e passive.

L’Osservatorio, con sede a Piacenza, punta a creare un progetto di ri-appropriazione, ri-organizzazione, ri-facimento, ri-valutazione, ri-valorizzazione, ri-spetto e ri-qualificazione con l’obiettivo di realizzare un programma che miri alla conservazione e tutela attiva di un patrimonio naturale plasmato dall’uomo per migliorare e correggere uno status e valorizzazione e promozione mondiale di un “omnia unicum” rappresentato dal primo territorio d’area vasta vetrina di un turismo sostenibile in ambiente fluviale specializzato nelle eccellenze alimentari e enogastronomiche certificate. Questo obiettivo di lungo periodo, evidentemente, cerca massimo consenso e attivazione, visto anche il grande successo che ha avuto il progetto turistico-fluviale UnPoxExPO2015, creato appositamente durante Expo Milano che in 200 giorni ha convogliato sul fiume 600.000 utenti da tutto il mondo (82% dall’estero).

Vuoi pubblicare la tua notizia su IndexFood?

Visita la nostra pagina dedicata e inizia a pubblicare!

Inserisci Comunicato