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L'agricoltura strategica per preservare e valorizzare le aree protette

L’agricoltura strategica per preservare e valorizzare le aree protette

Ambiente, Confagricoltura al convegno Federparchi

“L’attività agricola – in un’ottica multifunzionale, sostenibile e di attenzione all’agroecosistema – ha un ruolo strategico dal punto di vista economico, ambientale e della gestione del territorio. Per questo occorre dare la possibilità che si sviluppi e cresca all’interno delle aree protette, non limitandosi al solo biologico; dando anche un ruolo fondamentale all’agriturismo, alle agroenergie, alla fornitura di servizi eco sistemici, alla manutenzione del territorio; consapevoli che la sostenibilità può essere perseguita attraverso molteplici strategie”. Lo ha sottolineato il componente di giunta Giovanna Parmigiani, intervenendo oggi, a Roma, al convegno di Federparchi, ‘Verso la carta europea dell’agricoltura per le aree protette’.

Confagricoltura

“Guardiamo con interesse alla ‘Carta europea per l’agricoltura nelle aree protette’ che si sta definendo a livello europeo, con il supporto di Europarc – ha osservato la rappresentante di Confagricoltura -. Tra i suoi obiettivi strategici dovrà avere pure quello di incentivare e sostenere le attività agricole che tutelano l’identità dei territori”.

“Assistiamo al paradosso che l’agricoltore, da un lato viene esortato a trasformare la propria azienda in senso polifunzionale, ad essere protagonista della salvaguardia del territorio, contrastando l’urbanizzazione e l’antropizzazione diffusa – ha proseguito Giovanna Parmigiani -; dall’altro lato, quando decide di imboccare questa strada, essa diventa impraticabile perché gli iter burocratici sono lunghi ed incerti nell’esito finale. Se poi l’azienda agricola ricade in un’area protetta i problemi si moltiplicano. A ciò occorre aggiungere la necessità di un’adeguata gestione della fauna selvatica che, in alcuni casi, sta creando notevoli problemi non solo all’attività agricola, ma all’intera collettività”.

“Bisogna evitare che le aree naturali, soprattutto in collina e montagna, diventino aree di abbandono e di degrado per mancanza di redditività e di servizi alla persona – ha concluso la rappresentante di Confagricoltura –. La tutela va realizzata in modo evolutivo e non statico, conciliando la conservazione ambientale con l’attività economica, indubbiamente esercitata con tutte le accortezze ed il rispetto della biodiversità. Le imprese agricole (più di 250 mila solo nei siti di Natura2000) sono le prime custodi dell’ambiente, per cui la Carta europea potrà essere una preziosa opportunità per affrontare le diverse questioni aperte, attraverso il coinvolgimento delle istituzione pubbliche e dei diversi stakeholder”.

Roma, 24 maggio 2017

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