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Guidi apre il Global Food Forum 2016: due giorni di dibattito libero

Guidi apre il Global Food Forum 2016: due giorni di dibattito libero

Due giorni di dibattito libero sul futuro delle politiche agricole e agroalimentari dell’unione europea

 

“Cosa vogliamo dall’Europa?”. È la domanda con cui il presidente di Confagricoltura Mario Guidi ha aperto il “Global Food Forum 2016”, in corso da oggi a Cascina Erbatici, in provincia di Pavia, dove oltre 200 rappresentanti di Istituzioni europee e nazionali, Amministrazioni, Organizzazioni agricole, Istituti creditizi e assicurativi, Società dell’agroalimentare ed esperti del settore provenienti da tutta Europa, sono riuniti con l’obiettivo di riflettere insieme sul futuro delle politiche agricole ed agroalimentari dell’Unione europea. Tra i partecipanti i ministri per le Politiche agricole Maurizio Martina e per l’Ambiente Gian Luca Galletti, il presidente della Commissione Ambiente del Parlamento Europeo Giovanni La Via, il presidente della Commissione Bilancio del Parlamento Europeo Jean Arthuis, il direttore generale della Commissione Ue Jerzy Plewa, gli europarlamentari Herbert Dorfmann e Lara Comi, il presidente di Fnsea Xavier Beulin.

Guidi si è dichiarato europeista convinto, agricoltore impegnato con passione, da molti anni, nella costruzione di un futuro brillante per il settore agricolo europeo ed ha condiviso con i presenti le sue preoccupazioni ma anche le sue speranze ed aspettative per l’Unione europea, in questo periodo cosi turbolento. “Il Global Food Forum, in questo senso, rappresenta un luogo di positività, un luogo che unisce, nella convizione che l’Europa possa essere più forte in un mondo multipolare”.

Confagricoltura

“L’Europa dimostra oggi di avere perso il contatto con gli agricoltori e di aver trascurato la dimensione economica del settore agricolo – ha detto Guidi anche nella sua veste di presidente del ‘Global Food Forum’ -. Se l’Unione europea vuole realmente capire ed interpretare le continue evoluzioni del settore agricolo, deve investire tempo e saper ascoltare. È necessario staccarsi dall’approccio solo ‘budgetario’ della Pac, per il quale la priorità consiste nel decidere dove e come tagliare le risorse, che blocca il dibattito e congela qualsiasi velleità di cambiamento. È arrivato il momento per l’Unione europea di riscoprire la sua agricoltura, le sue imprese agricole e di costruire una vera ed efficace strategia economica. Facendo questo sono sicuro che recupereremo la fiducia, riguadagneremo l’ottimismo e costruiremo le basi per la crescita futura”.

Guidi si è detto convinto che una nuova generazione stia arrivando. Una generazione di agricoltori intelligenti, multifunzionali, imprenditori a tutto tondo. “Potremmo definirli imprenditori agricoli globali”.

E di cosa ha bisogno un imprenditore agricolo ‘globale’ dall’Europa? “Sicuramente non ha bisogno delle politiche agricole di 20, 30 o 40 anni fa. Non deve dipendere dalle amministrazioni la fissazione dei prezzi – ha osservato il presidente di Confagricoltura -. Ha invece assoluto bisogno di rivedere le regole all’interno della catena alimentare, nell’interesse comune dei vari attori della filiera. Ha bisogno di meccanismi efficaci per affrontare instabilità di mercato e i rischi climatici, privilegiando quelle opzioni che mettano gli agricoltori al centro del processo decisionale, con il sostegno dell’Unione Europea e non viceversa”.

“L’incertezza ha proseguito Guidi – annichilisce e blocca gli investimenti. E la mancanza di investimenti nel settore primario mina l’intera catena alimentare dell’UE. Non possiamo prescindere da aziende agricole che siano in grado di recuperare velocemente dopo una crisi, sia essa di mercato, ambientale o sanitaria”. L’imprenditore agricolo si aspetta anche chiarezza, certezza e fiducia in termini di legislazione, regole e standard.

lo“Abbiamo raggiunto il limite massimo di quanto risulta accettabile – ha commentato Guidi -. Dobbiamo resettare il sistema e ricostruire fiducia, fissando gli obiettivi, ma non i dettagli. Abbiamo bisogno di un greening più intelligente e di regolamentazione intelligente. Smart farming è la nuova realtà, che ha ancora un enorme potenziale da esprimere e sono convinto che la riconciliazione tra sostenibilità economica ed ambientale sia assolutamente fattibile, di pari passo con una coerente semplificazione legislativa”.

Ed infine, l’imprenditore agricolo vuole poter giocare con regole uguali sul terreno del mercato interno, l’asset più importante per tutti gli europei, siano essi aziende dell’agroalimentare o cittadini, da sempre fonte di crescita ed occupazione.

“Il mercato interno è minacciato – ha spiegato Mario Guidi -. E non a causa di Brexit, ma perchè l’Unione europea non assume la leadership necessaria per costruire un approccio coerente ed efficace sulle politiche di nutrizione ed etichettatura. Perché lascia la facoltà agli Stati membri di sviluppare standard paralleli, andando a minare gli approcci comuni, anche in materia ambientale”.

“Ora più che mai – ha concluso il presidente di Confagricoltura – abbiamo bisogno di un’Unione europea dinamica e completamente funzionale, sotto la leadership dell’Unione stessa”.

Pavia, 14 ottobre 2016

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