Statistiche web
Granarolo - Dalle nuove opportunità di un made in Italy di qualità ai nuovi trend

Granarolo – Dalle nuove opportunità di un made in Italy di qualità ai nuovi trend

Numeri emersi dal convegno di Granarolo a Bologna

230 miliardi il valore dei consumi in Italia nel 2015 penetrazione dei prodotti biologici tra le famiglie italiane arrivato al 74% nel 2016, in crescita il mercato italiano si afferma sempre più a Oriente prevista una crescita del 55% del volume della merce scambiata entro il 2050 nascerà a Bologna l’Agrifood Business Innovation Center, un Acceleratore di nuova concezione

Si è tenuto oggi presso il nuovo auditorium del Gruppo a Bologna il convegno organizzato da Granarolo su alimentazione e sicurezza alimentare inaugurato da Sergio Venturi, assessore alle Politiche sulla Salute della Regione Emilia Romagna. Tanti e diversi gli spunti di riflessione lanciati dai vari ospiti intervenuti. Si è parlato del mercato dei consumi alimentari italiano che, secondo quanto riportato da Denis Pantini, Responsabile Area di Ricerca Agricoltura e Industria Alimentare Nomisma S.p.A., è uno dei principali a livello europeo, con un valore dei consumi pari a 230 miliardi di euro nel 2015. Nonostante la crisi degli ultimi anni, alcuni trend si sono affermati in crescita.

untitledTra questi c’è l’attenzione alla salute e al benessere, con prodotti light e gluten free che conquistano i carrelli della spesa di un numero sempre maggiori di italiani. Il tasso di penetrazione dei prodotti biologici tra le famiglie italiane, ha spiegato Pantini, è passato dal 53% del 2012 al 74% nel 2016. Il mercato europeo sembra inoltre destinato ad arrivare sempre più in Oriente: un’occasione per il “Made in Italy”, che potrà affermare la qualità e l’originalità che lo contraddistinguono a livello planetario.

Elemento cardine: “l’occidentalizzazione” delle diete che risulteranno maggiormente improntate su produzioni a più alto valore aggiunto e per le quali il “Made in Italy” può giocarsi rilevanti opportunità di mercato, sia per l’alto posizionamento di cui già oggi godono i nostri prodotti nei segmenti di consumo alimentare, sia per l’elevato apprezzamento e notorietà che accompagna il brand “Made in Italy” tra i consumatori di tutto il mondo.

Nell’anticipare le iniziative per i 60 anni del Gruppo Granarolo, il Presidente Gianpiero Calzolari ha illustrato il modello cui si ispira l’azienda: un coraggioso esempio di conciliazione di nuove tendenze e innovazione con l’unicità del Made in Italy, senza rinunciare alla valorizzazione delle filiere agricole, asse portante della tipicità e della qualità dei prodotti italiani. Obiettivo: far crescere l’economia del cibo italiano nel nostro Paese e all’estero (avendo come traguardo i 50 miliardi di fatturato di export agroalimentare entro il 2020), anche facendo network con altre aziende italiane, non strettamente food ma con business correlati come il biomedicale o il packaging.

Per dare nuova linfa vitale ai tanti bisogni delle aziende sarà creato a Bologna un Acceleratore Agrifood che oltre a formazione, ricerca e contributi economici metterà sul piatto bisogni reali in seno alle aziende, impianti pilota e disponibilità all’affiancamento in fase di start up. L’Acceleratore si chiamera’ Agrifood Business Innovation Center e avrà al suo fianco anche l’Università di Bologna e Aster.

untitled1

Qualità del prodotto sulla tavola del consumatore, sicurezza alimentare, efficienza logistica e di costo, e sostenibilità ambientale sono le 4 anime in cui si declinerà la prestazione globale di una moderna filiera agroalimentare. Riccardo Manzini, Direttore Food Supply Chain Center dell’Università di Bologna, ha evidenziato come sia una sfida per chi si occupa della filiera alimentare trovare le soluzioni migliori per “far viaggiare” i prodotti, mantenendo le condizioni adatte alla loro conservazione. È un tema fondamentale, perché riguarda la qualità del cibo che arriva sulla nostra tavola, in termini di gusto ma anche di sicurezza. Visto l’orientamento delle tendenze, che portano verso una crescita prevista del 55% del volume di merce scambiata a livello globale da qui al 2050, si rivela necessario rivoluzionare gli attuali sistemi di movimentazione, stoccaggio e traporto degli alimenti, sotto la spinta di un’“Industry 4.0”.

La Presidente di Camst, Antonella Pasquariello, ha evidenziato come i nuovi trend alimentari si riflettano anche nella ristorazione scolastica in un caleidoscopio di esigenze diverse che vanno dalla richiesta di prodotti biologici, a Km 0, a menu vegani, vegetariani e a molteplici personalizzazioni dei menu dettate da ragioni religiose e mediche. A fronte di questi cambiamenti, ciò che resta invariato è il costo medio di un pasto che oggi, come 4 anni fa, si attesta intorno ai 4,60 euro, secondo i dati di settore. 
Riuscire a conciliare le richieste emergenti, continuare a garantire elevati standard di sicurezza e contenere i costi rappresentano oggi, secondo Antonella Pasquariello, le maggiori sfide per chi opera in questo settore.

Ai valori nutrizionali e alla salubrità degli alimenti, la Presidente di Cooperativa Sociale Franca Guglielmetti ha voluto aggiungere anche altri fattori di cui tenere conto nell’approccio al cibo (tradizionale o nuovo) dei più piccoli, di tipo emotivo, affettivo e cognitivo. È un mondo intorno al quale gravitano la salute dei bambini, anche molto piccoli, le ansie dei genitori, che crescono significativamente e in proporzione all’approccio salutistico al cibo, e le elaborazioni pedagogiche miranti a gestire tutte queste componenti nel modo più armonico ed evolutivo possibile.

I messaggi emersi nel quadro degli interventi del convegno di Granarolo, che hanno toccato le varie sfaccettature di un tema delicato come quello della sicurezza alimentare, hanno portato alla luce dati interessanti per analizzare i trend attuali, permettendo a chi si occupa di agroalimentare di cogliere in anticipo alcune delle possibili evoluzioni del settore.

Il Gruppo Granarolo, uno dei principali player dell’agroalimentare italiano, comprende due realtà diverse e sinergiche: un consorzio di produttori di latte – Granlatte – che opera nel settore agricolo e raccoglie la materia prima – e una società per azioni – Granarolo S.p.A. – che trasforma e commercializza il prodotto finito e conta 15 siti produttivi dislocati sul territorio nazionale, 2 siti produttivi in Francia, 1 in Cile, 2 in Brasile e 1 in Nuova Zelanda. Il Gruppo Granarolo rappresenta così la più importante filiera italiana del latte direttamente partecipata da produttori associati in forma cooperativa. Riunisce infatti circa 1.000 allevatori produttori di latte, un’organizzazione di raccolta della materia prima alla stalla con 70 mezzi, 1.200 automezzi per la distribuzione, che movimentano 850 mila tonnellate/anno e servono quotidianamente circa 50 mila punti vendita presso i quali 11 milioni di famiglie italiane acquistano prodotti Granarolo.

La missione del Gruppo all’estero è di esportare la tradizione di prodotti Made in Italy, anche uscendo dal perimetro dairy. Il Gruppo ha infatti diversificato il proprio portafoglio negli ultimi anni. Nei propri laboratori il Gruppo effettua quotidianamente analisi sull’intera filiera produttiva, dalla materia prima al prodotto finito, per garantire al consumatore prodotti di qualità e con elevati standard di sicurezza. Il Gruppo Granarolo conta oltre 2.400 dipendenti al 31/12/2015. Il 77,48% del Gruppo è controllato dal Consorzio Granlatte, il 19,78% da Intesa Sanpaolo, il restante 2,74% da Cooperlat. Nel 2015 il Gruppo ha realizzato un fatturato superiore a un miliardo di Euro.

Bologna, 8 novembre 2016

Vuoi pubblicare la tua notizia su IndexFood?

Visita la nostra pagina dedicata e inizia a pubblicare!

Inserisci Comunicato