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Assica - Dati economici Salumi Italiani: sale il fatturato del settore (+1,3%) - Export + 3,3% in quantità + 6,9% in valore

Assica – Dati economici Salumi Italiani: sale il fatturato del settore (+1,3%) – Export + 3,3% in quantità + 6,9% in valore

I dati del 2017 del settore dei salumi italiani: in ripresa fatturato, produzione, consumi ed export

Assemblea Assica: Neo protezionismo, nuovi trend di consumo, innovazione, promozione del Made in Italy e del Sistema Paese

ASSICA (l’Associazione Industriali delle Carni e dei Salumi aderente a Confindustria), nella sua Assemblea annuale tenutasi ieri a Milano ha posto al centro della discussione il tema dell’internazionalizzazione, oltre a presentare i dati economici di un settore, quello dei salumi, che torna a crescere nel fatturato, nell’export, e registra una ripartenza nei consumi interni.

Le aziende associate ad ASSICA – circa 180 rappresentative dei più importanti marchi della salumeria italiana – esprimono l’80% del fatturato industriale della produzione delle carni trasformate (salumi, carni in scatola, grassi suini lavorati) pari a oltre 8 miliardi di euro. Di questi, circa 1,5 miliardi di euro sono provenienti dall’export.

“I nostri prodotti, con la loro distintività qualitativa rispetto ai concorrenti internazionali, mantengono il loro appeal presso i consumatori in Italia e nel Mondo. Questa specificità della nostra salumeria lega strettamente il nostro comparto all’immagine del made in Italy alimentare. Made in Italy che – ha dichiarato il Presidente Levoni- si identifica nel “saper fare” dei nostri produttori: ovvero nella ‘ricetta’, nelle tecnologie e nella cultura della qualità che caratterizza da sempre la nostra industria”.

Nel convegno di oggi, a cui hanno partecipato Nicola Levoni – Presidente ASSICA; Fabio Del Bravo – Direttore Servizi per lo sviluppo rurale ISMEA; Matteo Pignatti – esperto Centro Studi Confindustria; Emanuele Gallo Perozzi – Chief Operating Officer di Seeds&Chips; Giovanni Umberto De Vito esperto Agroalimentare per la Promozione del sistema Paese – Farnesina; Anna Flavia Pascarelli – Dirigente Area Agroalimentare ICE; Fabrizio Curci – Amministratore Delegato Fiera Milano; Attilio Fontana – Presidente Regione Lombardia, si sono approfonditi gli scenari futuri del settore alimentare, il secondo per fatturato in Italia, e del settore della lavorazione e trasformazione delle carni suine .

Nicola Levoni Presidente ASSICA

L’Assemblea è stata anche l’occasione per chiedere al nuovo Governo, con il quale l’Associazione auspica di avviare quanto prima un confronto franco e diretto sulle più importanti problematiche, attenzione per le tante sfide con cui il settore è chiamato a confrontarsi con particolare attenzione alla internazionalizzazione e alla promozione all’estero.

“Dopo alcuni anni difficili, nel 2017 abbiamo finalmente registrato un segno positivo nei consumi interni. Si è trattato di un segnale importante che auspichiamo si rafforzi nel tempo. Al riguardo reputiamo che disinnescare le clausole di salvaguardia che prevedono l’aumento dell’IVA sia un passo fondamentale e abbiamo accolto con favore le recenti dichiarazioni rilasciate nel merito dal Governo” ha affermato Nicola Levoni, presidente di Assica.

“In questi lunghi anni di crisi, tuttavia, abbiamo sperimentato ogni giorno come l’export sia una leva irrinunciabile per la crescita e lo sviluppo del comparto. Il futuro dell’industria alimentare e del nostro settore è strettamente legato alla nostra capacità di crescere all’estero. In questo anno abbiamo assistito a fenomeni che fanno nascere dei timori circa una futura positiva evoluzione degli scambi. Mi riferisco al riaffermarsi di politiche daziarie, soprattutto nei rapporti fra USA e Cina, ai mancati progressi in merito alle politiche sanzionatorie verso la Russia e al conseguente perdurare dell’embargo adottato da Mosca ormai quasi 4 anni fa e al clima politico di sfiducia verso i trattati di libero scambio, che l’Unione Europea ha faticosamente portato avanti negli ultimi anni” ha continuato Levoni.

“Questa situazione ci preoccupa molto e per questo vogliamo chiedere al Governo il massimo impegno per rimuovere le barriere esistenti e impedire il sorgere di nuovi ostacoli agli scambi, consolidando i rapporti con i nostri partner commerciali di lungo corso, senza tralasciare le opportunità rappresentate dalle economie che si stanno affermando sullo scenario globale. Dal canto nostro proseguiremo con il massimo impegno a collaborare con le nostre Istituzioni sia sul fronte tecnico-sanitario, in particolare con il Ministero della Salute, sia in ambito commerciale e sul piano della diplomazia economica per far arrivare le eccellenze della nostra salumeria sulle tavole di tutto il mondo a partire da quelle italiane. Fare conoscere i nostri prodotti ai mercati resta –secondo noi- la migliore e più efficace arma per difendere il Made in Italy alimentare dalle imitazioni” ha concluso il Presidente.

Sale il fatturato del settore  (+1,3%)

Consumi interni: il Prosciutto cotto il preferito degli italiani

Nel complesso dei dodici mesi, la produzione di salumi (compresa la bresaola) si è attestata a quota 1,177 milioni di tonnellate con un rialzo di +0,3%. Il fatturato, invece, ha fatto registrare un discreto miglioramento: 7.977 milioni di euro (+1,3%).

La struttura dei consumi interni ha visto al primo posto sempre il prosciutto cotto, con una quota pari al 26,5% del totale dei salumi, seguito dal prosciutto crudo – ridimensionatosi al 21,9% – da mortadella e wurstel saliti al 19,2%, dal salame in aumento al 7,9% e dalla bresaola stabile all’1,3%. Chiudono gli altri salumi, scesi al 23,2%

Export in crescita: +3,3% in quantità +6,9% in valore – un traino irrinunciabile per il settore

Secondo le elaborazioni ASSICA sui primi dati ISTAT, nel corso del 2017 il nostro export ha raggiunto quota 179.318 ton (+3,3%) per un valore di 1,5 miliardi di euro (+6,9%).

Un risultato soddisfacente, soprattutto considerando che il contesto economico in cui è maturato, caratterizzato da costi crescenti, ha imposto una revisione del mix dell’offerta.

Vivace la dinamica dell’export verso i Paesi terzi, dove sono tornate a crescere le spedizioni verso gli USA, discreta quella delle spedizioni verso i Paesi Ue.

“L’export si è confermato anche nel corso del 2017 un traino irrinunciabile – ha affermato Nicola Levoni, commentando i dati ISTAT. “Il nostro settore, già molto penalizzato dalle barriere non tariffarie, ha seguito con particolare attenzione l’evolversi dello scenario internazionale e l’acuirsi delle tensioni legate ai neoprotezionismi. Nonostante le molteplici difficoltà, l’Associazione ha continuato a investire tempo ed energie sui fronti internazionali più delicati come quello cinese, senza tralasciare i mercati consolidati.”

Il saldo commerciale del settore ha registrato un incremento del +6,5% attestandosi a 1,3 miliardi di euro.

Rispetto ai consumi interni, sebbene soddisfatto dalla tanto attesa ripresa, Levoni ha commentato: “L’importante aumento dei prezzi della materia prima e la risalita dei costi degli altri fattori di produzione hanno reso fragile la ripresa, soprattutto per le fasi a valle della filiera, per le quali gli effetti positivi dell’incremento della domanda finale sono stati maggiormente stemperati dagli aumenti dei costi”.

ASSICA, Associazione Industriali delle Carni e dei Salumi, è l’organizzazione nazionale di categoria che, nell’ambito della Confindustria, rappresenta le imprese di macellazione e trasformazione delle carni suine. Nel quadro delle proprie finalità istituzionali, l’attività di ASSICA copre diversi ambiti, tra cui la definizione di una politica economica settoriale, l’informazione e il servizio di assistenza ai circa 180 associati in campo economico/commerciale, sanitario, tecnico normativo, legale e sindacale. Competenza, attitudine collaborativa e affidabilità professionale sono garantite da collaboratori specializzati e supportate dalla partecipazione a diverse organizzazioni associative, sia a livello nazionale che comunitario. Infatti, sin dalla sua costituzione, nel 1946, ASSICA si è sempre contraddistinta per il forte spirito associativo come testimonia la sua qualità di socio di Confindustria, a cui ha voluto aderire sin dalla nascita, di Federalimentare, Federazione italiana delle Industrie Alimentari, di cui è socio fondatore, del Clitravi, Federazione europea che raggruppa le Associazioni nazionali delle industrie di trasformazione della carne, che ha contribuito a fondare nel 1957.

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