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Maso Maiano - 250 Frutticoltori nei Campi a lezione di sostenibilità

Maso Maiano – 250 Frutticoltori nei Campi a lezione di sostenibilità

Le porte aperte di Cles chiudono il ciclo degli incontri tecnici estivi dedicati al comparto frutticolo

Difesa, nuove selezioni di mele resistenti, allevamento in parete stretta e reti multifunzionali, confronto tra portinnesti per fronteggiare il problema della stanchezza dei terreni. Sono i temi affrontati all’evento “Porte aperte di Maso Maiano” che ha visto, questa mattina, a Cles, la presentazione delle sperimentazioni in frutticoltura condotte dalla Fondazione Edmund Mach. Circa 250 agricoltori a lezione nei campi, guidati dai tecnici e ricercatori di San Michele, per l’ appuntamento che di fatto chiude il ciclo degli incontri tecnici estivi dedicati al comparto.

Ph Credit - Ufficio Stampa ©
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L’incontro organizzato dal Centro Trasferimento Tecnologico, si è svolto, come tradizione vuole, con la formula organizzativa delle visite guidate per gruppi per consentire ai frutticoltori di seguire tutte le tematiche e toccare “con mano” prove e risultati. “Obiettivo di questi incontri -ha spiegato in apertura il direttore generale, Sergio Menapace – è rafforzare la partnership col mondo produttivo, promuovendo una frutticoltura sempre più sostenibile, e non solo dal punto di vista ambientale e sociale, ma anche economico, in modo da garantire remunerabilità al frutticoltore. La FEM intende dare risposta alle necessità ed esigenze che arrivano dal mondo produttivo, applicando un connubio tra la valorizzazione delle pratiche agronomiche e le potenzialità della genetica e della genomica”.

Forme di allevamento: meno deriva e più sicurezza nei campi con il sistema pedonabile
Alberto Dorigoni e Franco Micheli hanno spiegato ai frutticoltori che la frutticoltura di montagna richiede impianti molto accessibili, strutturalmente semplici, sia per la sicurezza degli operatori che per il contenimento della deriva dei prodotti chimici. Il frutteto in parete stretta, meglio se di bassa taglia, permette di applicare le moderne tecniche oggi a disposizione per ridurre gli input di manodopera e chimica in frutticoltura. A Maso Maiano si possono osservare i risultati ottenuti con la meccanizzazione del diradamento e della potatura, con l’uso delle reti polifunzionali sia per diradare i frutti che per difendere le piante da carpocapsa. Con le reti anti-pioggia e senza trattamenti fungicidi si sono avuti risultati interessanti di difesa dalla ticchiolatura per il secondo anno di fila su alberi di Golden. Le moderne tipologie di impianto multi-asse permettono di ottenere agevolmente frutteti in parete particolarmente bassi (detti pedonabili in quanto le operazioni colturali e la raccolta si possono effettuare da terra) che risultano particolarmente adatti alle zone di frutticoltura periurbana.

Ph Credit - Ufficio Stampa ©
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Difesa: ticchiolatura e carpocapsa contenute, qualche problema dall’afide cenerognolo
Ticchiolatura contenuta nelle infezioni primarie (quelle che si verificano nel primo periodo della stagione), qualche eventuale incremento delle infezioni secondarie soprattutto su piante vigorose, carpocapsa generalmente contenuta anche se non manca qualche focolaio, presenza assai diffusa nella tarda primavera di afide cenerognolo: questi, in sintesi, i risultati delle prove di difesa. Luisa Mattedi ha spiegato che il patogeno più importante è la ticchiolatura: nel 2016, in Valle di Non e nelle altre zone frutticole collinari, non è stata particolarmente aggressiva nella stagione delle primarie mentre, una certa maggiore virulenza, è stata localmente, segnalata sulle secondarie.
Il quadro dei patogeni è stato completato con il classico aggiornamento sulla situazione Marssonina coronaria e fumaggini, ormai frequenti anche in Trentino. Nel 2016 la carpocapsa risulta, momentaneamente, assai contenuta anche se, al permanere di condizioni favorevoli, avrà ancora opportunità di importanti colonizzazioni. L’afide cenerognolo è risultato importante nel 2016 mentre il lanigero risulta, momentaneamente, meno aggressivo delle precedenti annate con una parassitizzazione precoce ed importante dovuta ad Aphelinus mali. Nel 2015 gli scopazzi sono stati poco presenti in tutte le aziende della Fondazione Mach e la presenza psille risulta irrisoria ormai da molti anni.

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Nuovi portinnesti resistenti ai patogeni e tolleranti al reimpianto contro la stanchezza del terreno
Nicola Dallabetta ha spiegato ai frutticoltori che il fenomeno della stanchezza dei terreni, connesso alla successione degli impianti della stessa specie, impone la ricerca di nuovi portainnesti, alternativi all’ormai consolidato M9. Grazie alle collaborazioni con diversi istituti nazionali e internazionali, FEM è riuscita in questi ultimi anni a testare nuovi genotipi interessanti dal punto di vista produttivo e qualitativo dei frutti.

Alcuni di questi portainnesti sono stati selezionati per la loro tolleranza al reimpianto e resistenza a diversi patogeni e avversità atmosferiche. CG11 e CG16 hanno dimostrato un’ottima efficienza produttiva simile e in alcune cultivar maggiore del portainnesto di riferimento M9.

Nuovi portainnesti americani, CG935 e CG969, sono stati aggiunti alle prove di confronto nella stazione sperimentale di Maso Maiano. CG11 e Bud9 (Budagovsky 9), innestati su diverse cultivar, sono stati piantati in diversi siti della Val di Non. Questi due genotipi hanno la caratteristica di essere tolleranti al colpo di fuoco e potrebbero essere interessanti per varietà sensibili come Evelina.
Innovazione varietale: a Maso Maiano la vetrina delle piante resistenti. Pierluigi Magnago e Isaac Chini del Centro Ricerca e Innovazione hanno spiegato che la scelta di una nuova varietà oppure del clone migliore è un aspetto importante con evidenti ripercussioni sulla resa economica del frutteto. Per i frutticoltori, di conseguenza, è fondamentale acquisire informazioni corrette in merito alle nuove e più promettenti varietà.

A questo riguardo sempre maggiore attenzione, da parte dei consumatori, viene riservata non solo alle caratteristiche organolettiche del prodotto, ma anche alle qualità salutistiche. Queste ultime non riguardano solamente la composizione chimica dei frutti, ma anche l’assenza di prodotti chimici usati nella difesa delle piante.

Un grande impegno nei programmi di miglioramento genetico viene riservato attualmente allo sviluppo di varietà resistenti soprattutto nei riguardi delle principali avversità delle colture, in questo caso del melo.

Nell’ambito della giornata è stata sviluppata la tematica inerente la costituzione e l’impiego delle varietà resistenti attraverso la presentazione di alcune delle accessioni apparse più interessanti per caratteristiche agronomiche e pomologiche.

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