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QUOTE LATTE, il Presidente di Confagricoltura Guidi all'Assemblea degli Agricoltori di Cuneo

QUOTE LATTE, il Presidente di Confagricoltura Guidi all’Assemblea degli Agricoltori di Cuneo

 

“CI SONO RESPONSABILITÀ GRAVISSIME DI UN GRUPPO DI SPLAFONATORI MA ANCHE DELLA POLITICA E DELLE ISTITUZIONI. BISOGNA SMETTERE DI LEGIFERARE CONTRO L’EUROPA”

BEN 114 LE PROCEDURE DI INFRAZIONE DELL’UE CONTRO IL NOSTRO PAESE, LA PIÙ ECLATANTE QUELLA DELLE QUOTE LATTE COSTATA 4,5 MILIARDI, NONOSTANTE LE PROTESTE DEI PRODUTTORI ONESTI

CONFAGRICOLTURA

“Troppo spesso, negli anni, la gestione titubante ed incerta, a livello nazionale, di regole europee, invece chiare, ha consentito ad uno sparuto gruppo di produttori di latte (circa 700 su di un panorama complessivo di 30 mila stalle, ma che all’epoca erano 60 mila) di ignorare le norme europee, costringendo la Commissione a dar corso a procedure d’infrazione nei confronti del nostro Paese. E obbligando, tra l’altro, gli allevatori ad operare in un mercato quantitativamente drogato da produzioni ottenute al di fuori delle norme. Oggi viene presentato il conto finale, salato, a tutto il Paese”. Lo ha detto il presidente di Confagricoltura Mario Guidi, intervenendo a Cuneo all’assemblea degli agricoltori, in relazione all’annosa questione del recupero dei prelievi arretrati sulle quote latte, costata circa 4,5 miliardi di euro.

“Abbiamo sempre stigmatizzato questa situazione e siamo scesi in piazza, spesso da soli – ha osservato Mario Guidi – . Ci sono responsabilità gravissime della politica e delle istituzioni e non solo sul fronte del latte. Sono ben 114 le procedure di infrazione (e le sanzioni) mosse dall’Unione europea all’Italia. Più in dettaglio, 21 attengono all’ambiente, 16 al settore dei trasporti, 13 al fisco vessatorio e alle dogane, 7 al lavoro e 5 alla giustizia e non poche di esse, direttamente o indirettamente, riguardano il settore agricolo”.

“Bisogna smettere – ha concluso il presidente di Confagricoltura – di legiferare al di fuori o contro l’Europa, a effettuare, come nel caso dell’etichettatura, forzature nazionali che poi rimangono lettera morta e che si tramutano in ulteriori procedure di infrazione ed inadempienze a carico dell’Italia. E’ un modo questo che fa perdere credibilità al Paese e che danneggia tutti, agricoltori e cittadini”.

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